Nel contesto di un magnifico luogo al cospetto del monte forato, nel verde del bosco ed al fresco del fiume, sorge la falesia La torre di Belen. Questo luogo storicamente è stato fulcro di vita delle popolazioni Liguri Apuane, e molti ritrovamenti, incisioni, fatti e racconti lo testimoniano. Tra leggende e storia, si intrecciano le suggestive credenze sugli dei dei tempi che furono. Belen o Belinio che dir si voglia, ( letteralmente " colui che brilla" ) tra tutti dominava, era per quei popoli il Dio del sole e regnava donando la luce, il calore, la vita e tutto ciò che da lui dipende.
I tempi sono cambiati, la scienza, e il materialismo hanno sfatato molti miti, e spiegato molti fenomeni, ma sta di fatto che ancora oggi, a vagare in quei luoghi, in quelle selvi, tra il risuonare dei torrenti, si percepisce realmente un qualche cosa di magico, di sottile, che estranea e porta via coloro i quali sapranno ascoltare e percepire.
La falesia da me realizzata e voluta dall'associazione " I
raggi di Belen" e denominata appunto " LA TORRE DI BELEN" in omaggio al
Dio del luogo, sorge al centro di questo suggestivo luogo ancestrale.
La parete è esposta ad est e va in ombra nel primo pomeriggio, è
obbligatoria la
corda da 70mt e 16 rinvii. La roccia è uno stupendo calcare lavorato a gocce,
come praticamente non ne esistono altri in Apuane. Le vie offrono un
repertorio di movimenti ed una varietà di situazioni veramente notevoli. Si
arrampica prevalentemente in placca, ma non mancano fessure verticali, magnifici
buchi e atletici strapiombi. La copertura di rete telefonica è buona.
I nomi delle vie sono ripresi da quelli propri dei principali Dei locali degli antichi popoli Liguri Apuani, che per primi si sono insediati in queste terre, e su di esse hanno fondato una moderna civiltà.Altri appartengono alla mitologia Greca.
1)
ALETTO 5A 2) TISIFONE 4b 3) MEGERA 4b 4) ARTEMIDE 5a 5) APOLLO 5c 6) IACCO 6a 7) SILENO 6a 8) AFRODITE 6 b+ 9) ERACLE 6C 10) DANA 6b / 6b+ 11) GIUNONE 5c+ / 6a 12) PEN 6b + 1 passo A0 13) SILVANO 6b+ 14) LUNA 6a+ 15 ROBEON 5c+
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Come tutte le nuove falesie i gradi sono dati sull'impressione dei primi salitori. Vogliate prenderli come indicazioni generali e fornitemi dati ed impressioni per stilare una gradazione più obiettiva e precisa. |
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Altre attrazioni:
Tutta la zona è particolarmente bella ed interessante ( cave a parte ), e già una semplice visita all'abitato di Pruno varrebbe il viaggio. La vista è incantevole e siamo proprio sotto il Monte forato che già salendo in auto mostra la sua particolarità in tutto il suo splendore. La Pania chiude la valle a nord est e da li nascono i principali flussi d'acqua. Di fronte invece abbiamo la singolare sagoma del Procinto ed i suoi bimbi. La quota è di 471 mt slm, ma l'influenza del mar Tirreno a soli 13 km in linea d'aria è percepibile nel clima e nella vegetazione.
Oltre la falesia ad ulteriori 15 minuti di cammino si perviene
alla famosa cascata dell'acqua pendente. Si può raggiungere costeggiando la
parete di arrampicata verso destra e risalendo la antichissima scala santa, una delle tante
opere lasciate dagli antichi ospiti di queste terre. Si sale per tracce oltre
alcune teleferiche di boscaioli, e tenendosi verso dx ( alcuni segni rossi poco
visibili ) si perviene alle prese dell'acqua poco prima la cascata. Da qui si
risale pochi metri e ci troviamo d'avanti alla suggestiva cascata d'acqua. Per
tornare indietro è consigliabile fare il percorso ad anello seguendo il sentiero
che tiene la sinistra orografica ( quindi passa dalla parte opposta del fiume deglio )
che arriva al ponte di Pruno.
Questo luogo è sempre stato considerato particolare, tant'è che gli antichi Liguri / Apuani lo avevano adottato come luogo sacro per i loro riti pagani. Pare che qui ci facessero il rituale di iniziazione e ci fosse un masso rappresentante la vulva ( simbolo di fertilità ) dove era inciso il pennato, simbolo appartenente al Dio Silvano ( dio delle selvi ) ma anche simbolo fallico di vigore e potenza. Purtroppo l'alluvione del 1996 ha stravolto molto di questa valle, e ha cancellato anche queste antiche tracce della storia che fu. Rimane comunque un luogo degno di interesse, dove la vita continua a fiorire ed in primavera è possibile osservare decine di specie animali che si danno appuntamento li per i rituali di riproduzione. La portata dell'acqua è variabile e va da un maestoso flusso in inverno e dopo le piogge a carattere torrenziale, a poche gocce stillate in estate.
Grazie all'acqua abbondante ,alla forma stretta della valle, e alla presenza di molti castagneti, su questi torrenti sorgevano molti mulini e metati sparsi nei boschi. Tra questi il " MULINO DEL FRATE" è stato recuperato dalla comunità montana e oggi gestito dal " mugnaio" Alessandro Galeffi ( guida ambientale escursionista e membro del soccorso alpino 340 0891966 ) e Silvia Malquori ( guida ambientale escursionista e guida del parco delle Alpi Apuane ), i quali fanno da referenti e " custodi" della zona. Il mulino é aperto tutto l'anno e vale sicuramente una visita , nonché per gli amanti del buon gusto sarà occasione per acquistare qualche kg di ottima farina.
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Guida alpina STEFANO NESTI
tel. 349-3574125