P A N I A D E L L A C R O C E
Anche se per altezza non è la prima vetta, la Pania è l'indiscussa regina delle Apunae.
Rappresenta con le sue sorelle, Pania Secca e Pizzo delle Saette, la meta preferita da decine di escursionisti che ogni fine settimana si presentano in massa sia in estate che in inverno.
Con il resto del massiccio delle Apuane meridionali, delle quali è il fulcro, la zona, offre un alpinismo a 360° per tutte le stagioni dell’anno. Sui suoi pendii oltre all’arrampicata su roccia sono di particolare interesse le ascensioni invernali su ghiaccio, e anche se in maniera minore offre un valido terreno di gioco per lo sci alpinismo, con discese anche molto impegnative.
Da sempre questa splendida montagna, ben visibile da tutti i versanti, con linee particolarmente eleganti se vista dalla piana di Lucca e di Pisa, ha attirato l’attenzione di tutti.
Conosciuta e probabilmente già salita nell’antichità, viene citata da Dante nel XXXII canto dell’inferno, visitata dal famoso botanico Bacone nel 1600, e da Vallisneri nel 1700, vi si fece accompagnare anche Federico Augusto di Sassonia nel 1853, mentre la prima invernale venne effettuata il 5 febbraio del 1881.
Con i suoi versanti di ottimo calcare grigio, questo gruppo è uno dei pochi che non è stato violentato dalle cave, mentre le grotte naturali sono molte, essendo questa una zona estremamente carsica.
A tal proposito vanno ricordate le molte cavità e pozzi che si aprono al cielo, formando ottimi depositi naturali per la neve, che in alcuni casi, come nella famosa "buca della neve" vi rimane tutto l’anno, offrendo in passato, prima dell’invenzione dei frigoriferi, agli abitanti della Versilia un’ottima fonte di reddito con il commercio del ghiaccio.
Purtroppo i suoi versanti non moltoomogenei e spesso frastagliati, escludendo le belle salite di cresta, non offrono molto all’arrampicatore moderno, tant’è che si segnala una sola via di arrampicata sportiva (RISOGNANDO LA CALIFORNIA) ed alcune di stile classico, una delle quali di recentissima realizzazione.
AVVICINAMENTO:
L’accesso alla via "RISOGNANDO LA CALIFORNIA" è fattibile sia dal versante della Garfagnana che da quello della Versilia.
Per il primo, giunti al paese di Gallicano, si prosegue per Molazzana e da qui continuando a salire si giunge in località Piglionico, dove alla fine della strada si parcheggia.
Per uno dei vari sentieri si giunge quasi in vetta alla Pania della Croce e si riscende sul versante opposto per il sentiero che conduce alla foce di Mosceta.
Giunti a tre quarti del sentiero in discesa, sulla sinistra si imbocca la deviazione per la foce di Valli.
Raggiunti dei ghiaioni si risalgono fino alla base del pilastro sulla quale si sviluppa la via. Ore 2:30
Giungendo dal Piglionico si può raggiungere la foce di Mosceta anche passando alla base del Pizzo delle Saette col sentiero basale 127.
Giungendo dalla Versilia, si raggiunge il paese di Levigliani e si parcheggia dove partono le navette turistiche per l’antro del Corchia.
Usufruendo dei pulmini, oppure a piedi (è un po’ lunga) da sopra l’ingresso turistico della grotta si prende il sentiero delle "voltoline" Fino alla foce di Mosceta.
Dalla foce si segue per la vetta della Pania e dopo poco si svolta a destra per la foce di Valli.
Raggiunti dei ghiaioni si risalgono fino alla base del pilastro sul quale si sviluppa la via. Ore 1:45
DISCESA:
Usciti dalla via si traversa a sinistra faccia a monte, fino ad incontrare il sentiero che dalla foce di Mosceta conduce alla vetta, e a seconda da quale versante siamo venuti si sale o si scende.
Stile di arrampicata e periodo:
Si scala su di un ottimo calcare, un po’ delicato solo nei primi tiri.
Lo stile è molto vario, infatti nei suoi 11 tiri offre tutte le varianti dell’arrampicata, muri verticali, fessure, diedri e placche per un totale di 300m di grande soddisfazione sempre ben protetti da ottimi fix.
Per quanto riguarda il periodo, si consiglia la stagione calda, infatti, anche se esposti a meridione, si scala su di un pilastro molto soggetto alle correnti fredde.
Gli itinerari:
Sulla Pania della Croce, troviamo un solo itinerario di arrampicata moderna "RISOGNANDO LA CALIFORNIA", mentre segnaliamo nella zona della Vetricia, oltre alla nuova via "MAL DI TESTA" in stile classico, due vecchie vie storiche sulla Torre Oliva.
1 | RISOGNANDO LA CALIFORNIA | II S1 6B+ obbligatorio 6a+ Dislivello 300m Si tratta della rivisitazione di "sognando la California". L’itinerario si sviluppa su un evidente pilastro, diviso da un pianoro erboso, del versante sud. Le prime 2 lunghezze vincono un ostico muro verticale, dopodiché si effettua un traverso sulla destra per andare a prendere una bellissima fessura in stile granitico. Arrivati alla grande cengia erbosa la si attraversa per portarsi sotto ad un diedro strapiombante che conduce alle belle placche solcate finali. |
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2 | MAL DI TESTA | Via non verificata, riporto la relazione
originale degli apritori. G. Franceschi, G. Tessandori. La via si trova sull’altopiano della Vetricia, ha una lunghezza di 230m per 7 tiri, oppone difficoltà fino il VII grado. L’itinerario è parzialmente attrezzato e si sviluppa lungo camini e placche tal volta friabili ed erbose. AVVICINAMENTO: Dal Piglionico si segue il sentiero 127 e poi il 139 che sale nella borra canala, verso la fine del primo ghiaione sulla sinistra si sale ad un boschetto e da qui ad uno zoccolo roccioso fin sotto un evidente camino che caratterizza la via. 50 min. DISCESA:in direzione della torre Oliva per terreno infido e con alcune doppie da 60m.
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TORRE OLIVA | Per gli amanti dell’alpinismo storico sono
da segnalare alcuni itinerari sulla torre Oliva, (caratteristico
pinnacolo che si stacca dalla borra di canala) sul quale si sviluppano
tre salite, (che io sappia) una sul versante sud del 1931 con difficoltà di III grado, l’altra sul versante nord del 1964 con difficoltà di V grado e A1,
ed una recente ad opera di Alberto Benassi e compagni con passaggi di
V. (n/v) della quale riporto schizzo e relazione originale degli
apritori.
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salita non verificata. Torre Oliva parete nord |
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Riporto la relazione originale datami
dagli apritori. Via non verificata.
ALPI APUANE gruppo delle Panie: TORRE OLIVA parete ovest
"EQUILIBRI APUANI"
primi salitori: Giuseppe Tessandori -
Andrea Stagetti - Alberto Benassi 18/08/2007
Lunghezza: 130 metri circa
Difficoltà: IV+ / V un tratto di V+
Materiale: La via è stata salita senza
l'utilizzo di spit. Sono stati usati e lasciati 8 chiodi soste
comprese. Inoltre sono stati usati nut e friend fino al n. 4 Camalot.
La roccia da ripulire richiede un minimo di attenzione.
La via che si sviluppa in 4 tiri di
corda sale all'estrema sinistra della parete ovest della Torre
Oliva ha come direttiva l'evidente diedro-camino, a destra della
spigolo N.O della torre, con caratteristico becco strapiombante ben
visibile anche dalla base. L'attacco, raggiungibile in breve dalla
porta di Borra Canala, è circa 30 metri prima del diedro della via
Bresciani presso una caratteristica rientranza dalla forma
rettangolare, un ch. universale evidenzia l'attacco.
1) Salire in opposizione IV la
rientranza quindi per placchette delicate IV+ (fr.) in direzione del
superficiale e verticale diedro. Salire il diedro V (1 Fr. 1 ch.
lasciato) sfruttando la bella placca di buona roccia a destra (1nut)
ed uscire in un canaletto . Obliquare a destra per placchette
delicate IV (2 fr.) e da ultimo superara un muretto uscendo su di
un terrazzino alla sosta . (40 mt. 1 ch. di sosta con cordino
lasciato).
2) Salire in verticale superando un
corto diedro sopra la sosta IV+ (1Fr.) per roccia erbosa e delicata
obliquare a sinistra arrivando su di un terrazzino dove si sosta
alla base della bella fessura diedro con alberello.(25 mt. 1 ch. di
sosta lasciato).
3) Salire la fessura-diedro con bella
arrampicata in opposizione e buona roccia IV/V (3 fr.) salire per
canaletto III e quando si restringe a camino con blocchi, uscire a
destra su ballatoio dove si sosta sotto il becco strapiombante. (30
mt. 1 ch. di sosta lasciato).
4) Non proseguire nel camino (blocchi
pericolosi) ma salire a destra dello spigolo per bella ed esposta
fessura verticale di buona roccia IV/V (3 Fr. 1 ch. lasciato)
uscendo delicatamente su terrazzino con a destra una bella e
compatta paretina fessurata. Superarla con bella arrampicata V+ (2
Fr.) uscendo sulla cima della Torre . Proseguire frontalmente per un
decina di metri e sostare su 2 ch. con fettuccia.
Discesa: Dalla cima della Torre con una
doppia (lato Vetricia) si raggiunge il canale che la separa dalla
parete della Vetricia. Si scende il canale verso nord. Al suo
termine con ancora una doppia (ancoraggio sullo spigolo) si
raggiunge la base sotto l'attacco della via "Segmenti Irrazionali" .
ALBERTO BENASSI
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PUNTI DI APPOGGIO:
ottimi punti di appoggio risultano il rif. Rossi e del Freo.
ALTRE POSSIBILITà:
A discapito della carenza di vie che la Pania della Croce offre, la zona è molto ricca di possibilità disponendo con l’altra Pania ( pania secca ) ed il Pizzo delle Saette ( pizzo saette ) un buon numero di vie lunghe di media difficoltà.
Gli amanti dei mono tiri, troveranno nella falesia delle Rocchette un ottimo luogo immerso nel fresco dei faggi dove cimentarsi su stupende vie anche molto difficili, mentre le due falesie situate alla sommità della borra di canala, a 15 minuti dal rif Rossi, costituiscono un ottimo diversivo. Su queste pareti è infatti possibile scalare su magnifico calcare, durante tutto il periodo estivo, immersi in un luogo veramente alpino.
Allargando leggermente l’orizzonte, abbiamo verso nord il monte Rovaio, che anche se geologicamente è considerato un’appendice delle Panie, fisicamente ha una sua propria identità, offrendo oltre alla falesia di colle Panestra, varie vie lunghe di notevole bellezza.
RELAZIONI ( falesie pizzo saette- borra di canala) FORNITE DAL RIFUGIO ROSSI FOTO DI ANTONELLO CHIODO.
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Falesia bassa |
Falesia subito sotto il sentiero |
Falesia bassa lato sinistro |
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da destra a sinistra:
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Falesia alta |
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Nomi e gradi delle vie da destra a sinistra:
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Tutte le vie sono state chiodate per volontà di Chiodo Antonello, ideatore e promotore delle falesie nonchè gestore del rifugio Rossi, per mano di vari arrampicatori che si sono cimentati nell'ardua scommessa nei vari settori: DAVIDE BARSETTI, ANDREA CONSANI, ANTONIO BIONDI, ALESSANDRO NARDI (BUFERA), ANTONELLO CHIODO, FRANCESCO CICCOLELLA, ALFONSO LENZONI, LUCIANO CERASOMMA, GIUSEPPE CANALE e ovviamente il sottoscritto SFEFANO NESTI, con la collaborazione di tutta l'equipe del rifugio Rossi, che di volta in volta ha provveduto a rifocillare e dissetare i suddetti chiodatori. |
Guida alpina STEFANO NESTI
tel. 349-3574125